Tokyo

1 December 2002

CULTURA ITALIANA

1. Cultura Italiana Cultura Italiana è una scuola di lingua e cultura italiana a Bologna, a Arezzo, a Manciano in Maremma Bologna è una bella città medievale situata a sud di Milano, tra Venezia e Firenze. Arezzo si trova tra Firenze, Perugia e Roma. La Maremma è una zona corrispondente al selvaggio sud della Toscana sul mare: MAREMMA= MARittiMA La vita e la storia di Cultura Italiana è legata alla storia e alla vita delle città. Chi studia a Cultura Italiana si integra per la durata del corso nella vita di Bologna dove impara a parlare e a capire, inoltre impara a leggere e a scrivere. 2. Bologna Bologna (Arezzo e Manciano) sono città di origine etrusca come le città delle Toscana che è appunto la regione degli Etruschi (Tuschi), da cui deriva il nome Toscana. Ma Bologna fu invasa dai Galli (390 prima di Cristo) quindi rinacque come città romana (189 prima di Cristo), poi divenne libero comune (1116 dopo Cristo) nel medioevo. Durante il rinascimento (1500) si aprirono piazze e si costruirono nuovi palazzi. Altre trasformazioni avvennero nel periodo barocco (1600) e in epoca moderna (1800), ma la città mantiene oggi la sua forma medievale con 42 chilometri di portici! I portici sono molto comodi per guardare tranquillamente i negozi protetti dalla pioggia e dal traffico. Passeggiando è ancora possibile vedere precisamente i segni delle trasformazioni storiche della città: tombe etrusche, strade romane, palazzi medievali.

Oggi Bologna è una città di 400.000 abitanti (900.000 abitanti con la provincia), è ricca e produttiva per la presenza di tante piccole industrie ad alta tecnologia. 2.1. Bologna in Italia Bologna è famosa in Italia perché ci si vive bene. Secondo le statistiche è la città dove la maggior parte degli italiani vorrebbe vivere. I servizi pubblici (trasporti, ospedali, polizia) funzionano bene. Ci sono molti negozi, belle vetrine, tanti locali e gente elegante, ma la vita ha mantenuto le sue tradizioni. Anche alla notte c’è molta vita, uomini e donne si incontrano e girano per la città tranquillamente anche da soli, senza particolari pericoli. La gente è molto cordiale e volentieri parla con gli stranieri perché non ci sono molti turisti stranieri. Per fortuna l’industria del turismo di massa che invade le città italiane, non ha ancora scoperto questa città, dove la bellezza è nascosta dietro le facciate medievali degli imponenti palazzi. Il 60% delle famiglie bolognesi è composta da una persona sola. I bolognesi sono in gran parte “single”. Chi vive solo ha molto tempo per uscire alla sera per incontrare gente e divertirsi. Per questo motivo la regione di Bologna presenta per i sociologi la concentrazione più alta in Europa di luoghi di divertimento: ristoranti, bar, osterie, cinema, teatri, discoteche, ma anche biblioteche, musei. 2.2. Bologna nel mondo Bologna è famosa nel mondo per due aspetti: per la qualità della cucina e per l’università che è la più antica d’Europa. 2.2.1. La cucina Bologna è il paradiso della cucina perché si trova al centro di un magico triangolo di terra tra l’Italia continentale (nord) e Italia mediterranea (centro sud). C’è “un mosaico” di sapori: i sapori che arrivano dall’Appennino con gli aromi pungenti del “sottobosco”, i gusti ricchi della pianura e il profumo dei frutti di mare. Bologna è il capoluogo dell’Emila- Romagna. I Romani unirono le due regioni con la Via Emila. Ma la gente è diversa: l’Emilia è abitata da un popolo con le caratteristiche del nord come la solidità, la concretezza e la severità, la Romagna invece ha una cultura del sud, che è esorbitante, ingegnosa e passionale. Infatti i longobardi hanno imposto i modi germanici fino a Bologna, mentre a sud di Bologna, in Romagna, sono rimaste le abitudini di Bisanzio (Costantinopoli) oggi Istambul. A Bologna dunque si incontra la cultura del nord (continentale) e quella del sud (mediterranea), ma anche la civiltà occidentale dell’Europa e quella orientale della Turchia. Di queste diverse culture ci sono tracce nella gastronomia: il maiale (nord europa) la pecora (oriente). I tortellini riempiti di carne, i tortelloni (tortelli, cappelletti) riempiti di formaggio (ricotta). Ecco alcune esempi la bruschetta con olio, aglio, pomodoro e peperoncino (rappresentano la cucina mediterranea), il prosciutto e il salame e il parmigiano rappresentano la cucina continentale, ma il vino rappresenta il nord, il sud, l’est e l’ovest. L’eccellenza della cucina si può provare nei numerosi ristoranti di qualità. Anche i ristoranti economici hanno un livello molto alto perché rispettano le abitudini della cucina tradizionale combinata con ingredienti delicati e con la qualità del vino. Ci sono delle scuole di cucina, una in particolare, quella delle “Sorelle Simili” è stata frequentata dalla moglie di Girolamo e invece lui, Girolamo ha scritto e pubblicato un libro su questo argomento. Anche una nostra studentessa Noa, ha frequentato una scuola di cucina a Bologna e adesso conduce un programma di cucina in televisione. 2.2.2. Il tortellino Bologna è una città medievale, dove la bellezza è nascosta, bisogna scoprirla. Ma ha anche altri segreti, per esempio la qualità della cucina. Il tortellino è il principe della cucina bolognese. La sua forma richiama l’ombelico. Ripieno: 100 lombo di maiale, 100 vitello o tacchino (scottati nel burro) 100 prosciutto, 50 mortadella , macinare e aggiungere 150 parmigiano grattugiato, 2 uova, sale e pepe. 2.2.3. L’Università Gli studenti iscritti all’Università di Bologna sono 120.000. Per questo la vita culturale e sociale è molto intensa. Permane ancora l’abitudine caratteristica bolognese di lavorare o studiare intensamente, ma dopo il lavoro o lo studio bisogna divertirsi: allora i bolognesi, i professori e gli studenti, donne e uomini di tutte le età riempiono i locali dove mangiano, bevono, o si incontrano per gli aperitivi nel centro storico della città come si fa in un piccolo paese. 2.2.3.1. Origine dell’Università L’Università di Bologna è nata da professori di diritto romano, che studiavano le leggi scritte dei romani, necessarie per governare i Comuni. La data di fondazione è il 1088, ma esisteva già da prima. Gli studenti nel medioevo si trasferivano a Bologna da ogni parte d’Europa, pagavano il professore, a volte il professore affittava a loro anche la casa e noleggiava i libri (che in quel periodo costavano moltissimo ed erano molto pesanti). La città teneva molto alla presenza degli studenti e all’università che portavano benessere economico.Gli studenti dovevano stare bene a Bologna e l’insegnamento doveva funzionare sennò si trasferivano, come è successo nel 1300 quando gli studenti hanno lasciato lo studio bolognese per andare da professori a Padova, così è nata l’università di Padova (città tra Bologna e Venezia). 3.Origine di Cultura Italiana Così come l’università è legata allo sviluppo della città, così anche la scuola Cultura Italiana è alleata alle abitudini della città dal 1981 per diffondere la lingua e la cultura italiana. Gli studenti che vengono a Bologna imparano la lingua e conoscono la vita italiana vera, quella degli italiani, non quella dei turisti. 3.1. La sede: Palazzo Pepoli La sede della scuola è uno dei palazzi medievali più prestigiosi della città che apparteneva alla famiglia Pepoli. Taddeo Pepoli nel 1337 divenne il primo Signore della città e comandava Bologna come la famiglia Medici a Firenze. 3.2. Lo staff e la consistenza di Cultura Italiana Nella scuola di Bologna c’è un direttore generale, che sono io, una direttrice amministrativa per la gestione dei corsi, una direttrice didattica, 18 insegnanti. Gli insegnanti sono laureati all’Università, in più hanno seguito un corso di 320 ore di formazione per insegnanti di italiano per stranieri presso Cultura Italiana. La scuola è specializzata nell’insegnamento dell’italiano, è riconosciuta dallo Stato Italiano. La sede principale è a Bologna poi ci sono due filiali in Toscana, una a Arezzo e una a Manciano in Maremma. 3.3. L’organizzazione dei corsi e delle lezioni Sono previsti 10 livelli diversi a seconda della conoscenza della lingua e della capacità di usarla. Le lezioni durano 4 ore (di 50 minuti) dalle 9:00 alle 12:40 alla mattina o dalle 13:00 alle 16:40. La prima parte delle lezioni dalle 9:00 alle 11:00 (o dalle 13:00 alle 15:00) è dedicata alle strutture. Di queste due ore, una serve per attivare l’uso delle strutture grammaticali e lessicali con giochi, roll-play, conversazioni, un po’ di teatro e l’altra ora per introdurre le nuove forme. Nella seconda parte della lezione cambia l’insegnante, inizia dopo la pausa di 20 minuti dalle 11:20 alle 12:40 o dalle 15:20 alle 16:40 serve per sviluppare l’espressione e la comunicazione. Que studiare, bisogna parlare, anche se ancora non ci si sente capaci e in ogni caso si è insicuri. Ci sono persone tedesche per esempio, non giovani come me, che hanno studiato l’italiano con il sistema simile a quello della scuola italiana, nello stesso modo in cui io ho studiato il latino, il greco antico e l’inglese: conoscevo benissimo la grammatica potevo leggere la poesia (oggi mi sono dimenticato) leggevo i sonetti di Shakespeare, ma parlo male l’inglese e capisco poco. Questi signori tedeschi conoscono tutte le regole, possono anche leggere Dante, ma non parlano. L’italiano è una lingua viva per bisogna parlare con la gente anche fuori dalla scuola. La scuola provvede a insegnare a parlare per il 60 o 70%, ma l’abitudine a capire e a parlare si costituisce per il 30 o 40% fuori dalla scuola con gli italiani. Ma trovare amici italiani dipende dalla fortuna. La scuola vuole integrare gli studenti nella città, vuole fare conoscere la gente, ma non può produrre i contatti personali che dipendono dalle persone.Alcune persone si trovano simpatiche e interessanti e comunicano. Oltre alle lezioni a scuola l’insegnante prevede 2 ore al giorno di compiti, tutti i giorni, anche il sabato e la domenica. I compiti si possono fare a scuola sempre, ma il martedì e giovedì dalle 5 alle 7 c’è un insegnante tutore che vi aiuta. In più ci sono tre incontri (di 2 – 3 ore ciascuno per un totale minimo di 6 ore alla settimana di programma) di visite, passeggiate, spettacoli, seminari per conoscere la vita della città, la storia e l’arte e anche per incontrare gente. Dopo il test, la presentazione della scuola e del programma si formano le classi. E’ possibile frequentare un certo livello (per esempio Medio 1) per le strutture e un livello diverso (per esempio Elementare 2) per la seconda parte della lezione di espressione e comunicazione. Nella classe ci sono 8-10 persone, al massimo 12 persone. Sono di diverse nazionalità, hanno lo stesso livello di conoscenza, ma esperienze e ritmi di apprendimento diversi. Ogni Unità Didattica dura 2 settimane. Dopo 2 settimane si formano nuove classi, con altri studenti dello stesso livello, perché le persone di lingua spagnola, per esempio imparano più rapidamente delle persone di lingua inglese, o di lingua giapponese e dopo due settimane sono già di un livello diverso.E’ importante ricostituire le classi dello stesso livello per evitare la frustrazione per gli studenti che hanno la progressione regolare, o per evitare la noia per gli studenti che imparano l’italiano con più facilità. Se uno studente non si trova bene nella classe si rivolge all’insegnante per cambiare. L’insegnante con la direttrice didattica trova sempre una risposta soddisfacente per lo studente. Anche se il livello è giusto, ma lo studente si trova male in quella classe è importante trovare una soluzione che soddisfi lo studente. Non si può infatti imparare a parlare se non ci si trova bene in quel gruppo. Ogni gruppo classe infatti è diverso anche se le persone sono dello stesso livello. 3.4. I progressi nell’apprendimento Dopo 4 settimane di corso uno studente elementare può già capire le domande semplici e farsi capire nei negozi e nei ristoranti. Dopo 12 settimane tutti gli studenti parlano e capiscono in modo sufficiente per la vita quotidiana senza fatica: per fare la spesa, per chiedere informazioni, per rispondere e parlare al telefono, per esprimere il disaccordo, per viaggiare, per andare dal medico eccetera. Dopo 24 settimane gli studenti sono in grado di esprimere lo stesso concetto in diversi modi, anche la comprensione è diventata solida e il lessico è sufficientemente ricco. A livelli diversi gli studenti sono già capaci di scrivere in modo abbastanza corretto e comprensibile. Nei periodi successivi si imparano le espressioni idiomatiche, i modi di dire, i linguaggi settoriali o delle professioni: per esempio quello della banca e dell’economia, quello della cucina, eccetera. 3.4. I servizi La scuola è a disposizione degli studenti per aiutarli a risolvere le difficoltà che uno straniero può incontrare all’estero. Per questo ci sono anche due insegnanti che parlano giapponese (uno, Alessandro, ha la moglie e la figlia giapponese) Questi insegnanti grazie alla comprensione della lingua giapponese possono aiutare meglio gli studenti giapponesi a risolvere eventuali problemi. Al momento dell’iscrizione lo studente riceve la conferma e l’indirizzo dell’ alloggio che la scuola ha provveduto a trovare. Quando questa persona arriva all’aeroporto di Bologna può prendere un taxi perché l’aeroporto è vicino al centro di Bologna (7 Km). Il taxi costa circa 35.000 lire, 2.000 yen. La famiglia è informata dell’orario di arrivo e aspetta a casa la persona. Ma se uno studente non è abituato a viaggiare e ha paura (come me che ho paura a venire in Giappone) può chiedere alla scuola il servizio di pick up che costa 105.000 lire, 6.000 yen tutto compreso. 3.5 Gli studenti A Bologna vengono 1300 persone all’anno dall’Europa, dall’America dal Giappone e un po’ dalla Corea. I tedeschi sono la maggioranza 26 %, poi giapponesi 14% , poi gli americani e gli altri europei. Tra i personaggi famosi che sono venuti ai nostri corsi la figlia del principe Turn und Taxis, l’australiana Natale Faber Castel , signore delle matite, Tommaso, figlio di Isotta, sorella di Isabella Rossellini, Katty, una nipote della famiglia Kennedi, l’assistente di Gorge Clooney .

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